DAL VINITALY 2019 LA NUOVA ETICHETTA
DEL VINO DELLA PACE CON… POESIA
Verona, 8 aprile 2019. L’annata 2017 del celebre «Vino della Pace» di Cormòns porta in
etichetta una piccola opera d’arte del famoso creatore d’alta moda Roberto Capucci e, per
tradizione, accanto all’illustrazione, una poesia. Quest’anno s’intitola «Prosit», composta
da Paolo Menon ed estratta dalla silloge «Pietre d’inciampo» per i tipi di Bellavite editore.
Nella foto (da sinistra): il neo-direttore generale della Cantina Produttori Alessandro Dal
Zovo, il giornalista e scrittore Stefano Cosma, il presidente Filippo Bregant che mostra la
bottiglia suggellata dalla nuova etichetta e Paolo Menon.
La richiesta da parte della Cantina Produttori Cormòns di pubblicare i versi di Menon è
giunta all'autore soltanto una decina di giorni prima dell'apertura del Vinitaly 2019. Menon
ingrazia sentitamente i nuovi vertici della premiatissima Maison, dal suo presidente, al
direttore generale e al curatore addetto stampa il giornalista e scrittore Stefano Cosma. La
presentazione vera e propria della nuova bottiglia avverrà nel prossimo mese di maggio in
data da definirsi.
«La notizia mi ha colto tanto di sorpresa — afferma Menon —, Roberto Cappucci aveva
già disegnato, su invito, la nuova immagine nel 2018, quanto inaspettata, poiché prima di
me sono stati invitati a pubblicare sul prezioso foglietto di carta i loro versi, poeti importanti
come Mario Luzi, Alda Merini, Yoko Ono, David Maria Turoldo, Elio Bartolini, Andrea
Zanzotto, Isgrò e tanti altri grandi nomi del firmamento letterario…
Che cosa rappresenta il «Vino della Pace»? È il vino che i capi di Stato e Religiosi di tutto
il mondo ricevono in dono; è il vino che nasce nella «Vigna Del Mondo» di Cormòns che
prospera nel Collio, è la più grande cuvee del mondo, composta da oltre 600 uve da
altrettanti vitigni diversi, provenienti da tutti i continenti; è il vino dai tanti sapori e profumi
moscati che si avvertono intensi in ogni bicchiere; è il vino prodotto in poche migliaia di
bottiglie che ha un’opera d’arte in etichetta, firmata dai più grandi artisti italiani e stranieri
(per la gioia dei collezionisti) da Arnaldo Pomodoro e Enrico Baj, da Giacomo Manzù e
Dario Fo, a Zoran Music a Dietman, da Minguzzi a Salvatore Fiume, da Pietro Consagra a
Giorgio Celiberti, fino a Aligi Sassu, Finì, Darko Bevilacqua, Emilio Vedova, Anderle,
Rauschenberg, Corneille, Treccani, Nagasawa, Tadini e Ceroli, solo per citarne alcuni,
accompagnata dai versi poetici dedicati all’uva, ai suoi mosti, ai suoi vini, al suo mito».